LE DOMANDE AL MAESTRO LORENZO - 2° PARTE
Qualche tempo fa era stata messa una scatola al Dojo dove tutti potevano inserire domande per il Maestro Lorenzo.
Gran parte delle domande sono state fatte dagli atleti più piccoli che con la loro curiosità hanno sollevato comunque argomenti interessanti per i praticanti di tutte le età.
Lorenzo chiede: cosa vuol dire essere un guerriero?
Essere un Guerriero vuol dire non arrendersi mai, nello sport nella vita nel lavoro.
Perchè i Giapponesi si inginocchiano sul pavimento in vece di sedersi?
E' una cosa che risale al passato, per via dei vestiti e degli accessori che venivano indossati nell'antichità, si è arrivati alla posizione di Seiza come posizione più comoda.
Il Karate fa diventare persone migliori?
Sarei portato a rispondere si, sicuramente, sicuramente grazie al Karate io sono diventato una persona migliore, e questo vale anche per molti altri praticanti che conosco, ma purtroppo ho conosciuto anche persone che praticano Karate che non rispecchiano l'arte che praticano.
Ginevra chiede: perchè il Kimono è bianco?
Fino agli anni 20 non esisteva una divisa precisa per praticare, in quegli anni il Maestro Funakoshi grazie al Maestro Jigoro Kano confezionò degli abiti da usare in allenamento in stoffa bianca, da allora è stato perfezionato nel tempo fino a diventare la divisa ufficiale.
Qual'è la differenza fra il Samurai e il Ninja?
La parola giapponese samurai deriva da Saburau, che significa servire o tenersi a lato ed indica un guerriero del Giappone. Un termine più appropriato sarebbe bushi (letteralmente: guerriero). I samurai che non servivano un Daimyō (padrone) o perché era morto o perché ne avevano perso il favore, erano chiamati Ronin. I samurai costituivano una classe colta, che oltre alle arti marziali, direttamente connesse con la loro professione, praticava altre arti, gli anni sono trascorsi ma ciò nonostante, il bushido, rigido codice d'onore dei samurai, è sopravvissuto ed è ancora, nella società giapponese odierna, un nucleo di principi morali e di comportamento.Con il termine Ninja che letteralmente è "colui che si muove in segreto" o più semplicemente "colui che pratica il Ninjutsu", o con la parola Shinobi, vengono indicati gli appartenenti ad una particolare tipologia di soldati Giapponesi il cui compito principale era quello di svolgere compiti di spionaggio per i loro mandanti. Estremamente ben addestrati grazie alla pratica del Ninjutsu (o Shinobi-Jutsu), "la via per muoversi non visti" o "arte dell'invisibilità", i Ninja potevano essere impiegati anche come assassini.
Quali sono le origini del Karate? Da quali Arti marziali è derivato?
Il Karate deriva dalla Cina, i contatti avuti da Okinawa con i Cinesi portarono i Giapponesi a prendere ed ealborare tecniche che gli erano state mostrate dai praticanti Cinesi.
Come erano inseriti gli artisti Marziali nella società? Chiunque poteva accedere alle Arti marziali?
Cercherò di essere sintetico, si distinguevano le scuole dedite all’uso del tachi, la spada tradizionale giapponese, quelle maggiormente orientate alla lotta corpo a corpo, fino alle scuole di nuoto con l’armatura, tiro con l’arco ed equitazione. Queste scuole costituivano la base dell’addestramento del samurai, espressa dal motto Kyuba No Michi, la via (michi) dell’arco (kyu) e del cavallo (ba), che più tardi muterà nome in bushido. Una caratteristica che accomunava tutte queste scuole era l’assoluta segretezza dei propri metodi e la continua rivalità reciproca, poiché ognuna professava la propria superiorità nei confronti delle altre.
In un paese come il Giappone, la cui storia fu un susseguirsi di continue guerre tra feudatari, il ruolo del guerriero rivestì una particolare importanza nella cultura popolare, e con esso il jūjutsu. La difesa del territorio, la disputa di una contesa, la protezione offerta dal più forte al più debole sono solo alcuni dei fattori che ne hanno permesso lo sviluppo tecnico, dettato dalla necessità di sopravvivenza.
Con l’instaurarsi dello shogunato Tokugawa (1603-1867), il Giappone conobbe un periodo di relativa pace: fu questo il momento di massimo sviluppo del jūjutsu, poiché, privi della necessità di combattere e quindi di mantenere la segretezza, fu possibile per i vari Ryu organizzarsi e classificare i propri metodi. Anche la gente comune cominciò così ad interessarsi e a praticare il jūjutsu poiché la pratica portava un arricchimento interiore dell’individuo, data la relazione intercorrente con i riti di meditazione propri del buddismo zen. Ma la cultura guerriera era talmente radicata nella vita dei Giapponesi da spingere i samurai a combattere anche quando non ve n’era l’effettiva necessita!! Ciò portava a volte all’organizzazione di vere e proprie sfide chiamate Dojo Arashi (tempesta sul dojo), in cui i migliori guerrieri si confrontavano in modo spesso cruento.
Quale era in antichità la massima aspirazione di un artista marziale?
A seconda del periodo storico, in tempo di guerra sicuramente l'aspirazione massima era riuscire a padroneggiare una tecnica tale da poter abbattere quanti più avversari in battaglia, in tempi moderni per migliorare se stessi.
Francesca chiede: Fin da piccolo sapevi che il Karate sarebbe stato il tuo sport preferito?
Diciamo si e no, comunque ho sempre fatto di tutto per seguire questa disciplina.
Come erano inseriti gli artisti marziali nella società? Chiunque poteva accedere alle arti marziali?
Pensa che nel passato la casta dei Samurai era l'unica a potersi addestrare, e al di fuori di questa casta i Maestri avevano con se pochi allievi selezionati.
Al giorno di oggi il combattimento e la violenza sono viste come l'ultimo mezzo di autodifesa a cui ricorrere, era cosi anche in passato? Come si conciliava la giustizia con un'arte per definizione guerriera?
La giustizia purtroppo non era per tutti, pensa che i Samurai avevano potere di vita e di morte su chiunque volessero.