Intervista a Lorenzo Z.
1. Cosa rappresenta il Karate-do Shotokai nella tua vita?
Per me il karate è soprattutto divertimento, mi aiuta a rilassarmi e ad allentare le tensioni accumulate durante le giornate, col fatto che ero veramente piccolo quando ho cominciato, l’ho sempre visto come un gioco sin da principio, poi il rapporto che si è instaurato col Maestro Ivo mi ha reso la pratica ancora più bella. Ho avuto un periodo di “buio” dove ho interrotto gli allenamenti, ma adesso ho ricominciato e sono intenzionato a continuare, e devo dire che da quando ho ripreso mi sento più sereno, come se avessi ritrovato qualcosa che avevo perso.
2. Quale è il ricordo più bello della tua pratica di Karate?
Il ricordo più bello (o se non altro il più divertente) è stato alla mia prima gara quando ero piccolo, ero arrivato primo nel Kata e come premio mi era spettata una coppa, mentre il mio migliore amico (che all’epoca praticava karate con me) e tutti gli altri bambini avevano delle medaglie, io allora chiesi al mio babbo se si poteva scambiare la coppa con una medaglia, e lui ovviamente si mise a ridere…ho capito solo qualche anno dopo il perché di quella risata.
3. E quale, invece, il ricordo più triste?
Il più triste non riguarda proprio il karate in se, diciamo che riguarda un’altra palestra dove ho praticato karate per qualche mese, ed è stato quando ho scoperto l’esistenza della disciplina “Spade laser”.
4. In UNA SOLA parola, cosa credi che sia essenziale all’interno del Dojo?
UMILTA’.
5. Nell’ambito delle arti marziali, quale è uno dei tuoi sogni più grandi? Valgono anche cose “impossibili”
Inizialmente volevo diventare un cavaliere Jedi, ma poi quando ho scoperto che avevo sbagliato “disciplina marziale” ho modificato le mie speranze in qualcosa di “molto più probabile”, adesso vorrei diventare un Samurai vissuto alla fine del 1500, un Daimyo se possibile.
6. Egami Sensei ha detto: “Si devono sfidare i limiti estremi della propria forza”. Cosa sono per te questi limiti?
Credo che il mio limite più grande fino ad ora sia stato il fatto che non sono riuscito ad essere costante nel tempo con la pratica del karate, mi sono lasciato prendere da altre cose insignificanti ed ho abbandonato per molto tempo, adesso sto cercando di combattere questo limite che è la “mancanza di forza di volontà” con buoni risultati. Ma comunque non sono sicuro di aver veramente appreso il senso della frase del Sensei.
7. Descrivi il momento più faticoso della tua pratica.
Il momento più faticoso…mmm…dato che non ricordo moltissimo di quando praticavo da bambino dirò che il momento più faticoso è stata la prima lezione, dopo anni di pausa con il Maestro Ivo alla Zen Enjoy. Nonostante lui mi avesse detto che se non ce la facevo più mi dovevo fermare, io da bravo testone, non volevo mollare a volevo dimostrare a me stesso che avrei retto per tutta la lezione, invece dopo un po’ mi sono dovuto fermare in tutti i modi per evitare uno svenimento.
8. Credi che il Karate-do Shotokai sia per tutti?
Certo che è per tutti! Purché abbiano abbastanza umiltà da non sentirsi superiori a NESSUNO, e che si rendano conto che all’interno del Dojo non hanno da dimostrare di essere migliori di altri, d’altro canto ognuno è lì per sfidare i LIMITI DELLA PROPRIA FORZA, e non per dimostrare niente a nessuno se non a loro stessi.
9. Cosa cambieresti della tua pratica personale?
Nella mia pratica…aggiungerei un po’ di meditazione e soprattutto mi farei fare volentieri un trapianto di anche, facendomene mettere un paio un po’ più sciolte e meno doloranti.
10. Un messaggio per i tuoi compagni:
I miei compagni non hanno bisogno di messaggi, sono perfetti così come sono, quindi l’unica cosa che posso dir loro è: GRANDI RAGAZZI CONTINUATE TUTTI COSI’!
Per me il karate è soprattutto divertimento, mi aiuta a rilassarmi e ad allentare le tensioni accumulate durante le giornate, col fatto che ero veramente piccolo quando ho cominciato, l’ho sempre visto come un gioco sin da principio, poi il rapporto che si è instaurato col Maestro Ivo mi ha reso la pratica ancora più bella. Ho avuto un periodo di “buio” dove ho interrotto gli allenamenti, ma adesso ho ricominciato e sono intenzionato a continuare, e devo dire che da quando ho ripreso mi sento più sereno, come se avessi ritrovato qualcosa che avevo perso.
2. Quale è il ricordo più bello della tua pratica di Karate?
Il ricordo più bello (o se non altro il più divertente) è stato alla mia prima gara quando ero piccolo, ero arrivato primo nel Kata e come premio mi era spettata una coppa, mentre il mio migliore amico (che all’epoca praticava karate con me) e tutti gli altri bambini avevano delle medaglie, io allora chiesi al mio babbo se si poteva scambiare la coppa con una medaglia, e lui ovviamente si mise a ridere…ho capito solo qualche anno dopo il perché di quella risata.
3. E quale, invece, il ricordo più triste?
Il più triste non riguarda proprio il karate in se, diciamo che riguarda un’altra palestra dove ho praticato karate per qualche mese, ed è stato quando ho scoperto l’esistenza della disciplina “Spade laser”.
4. In UNA SOLA parola, cosa credi che sia essenziale all’interno del Dojo?
UMILTA’.
5. Nell’ambito delle arti marziali, quale è uno dei tuoi sogni più grandi? Valgono anche cose “impossibili”
Inizialmente volevo diventare un cavaliere Jedi, ma poi quando ho scoperto che avevo sbagliato “disciplina marziale” ho modificato le mie speranze in qualcosa di “molto più probabile”, adesso vorrei diventare un Samurai vissuto alla fine del 1500, un Daimyo se possibile.
6. Egami Sensei ha detto: “Si devono sfidare i limiti estremi della propria forza”. Cosa sono per te questi limiti?
Credo che il mio limite più grande fino ad ora sia stato il fatto che non sono riuscito ad essere costante nel tempo con la pratica del karate, mi sono lasciato prendere da altre cose insignificanti ed ho abbandonato per molto tempo, adesso sto cercando di combattere questo limite che è la “mancanza di forza di volontà” con buoni risultati. Ma comunque non sono sicuro di aver veramente appreso il senso della frase del Sensei.
7. Descrivi il momento più faticoso della tua pratica.
Il momento più faticoso…mmm…dato che non ricordo moltissimo di quando praticavo da bambino dirò che il momento più faticoso è stata la prima lezione, dopo anni di pausa con il Maestro Ivo alla Zen Enjoy. Nonostante lui mi avesse detto che se non ce la facevo più mi dovevo fermare, io da bravo testone, non volevo mollare a volevo dimostrare a me stesso che avrei retto per tutta la lezione, invece dopo un po’ mi sono dovuto fermare in tutti i modi per evitare uno svenimento.
8. Credi che il Karate-do Shotokai sia per tutti?
Certo che è per tutti! Purché abbiano abbastanza umiltà da non sentirsi superiori a NESSUNO, e che si rendano conto che all’interno del Dojo non hanno da dimostrare di essere migliori di altri, d’altro canto ognuno è lì per sfidare i LIMITI DELLA PROPRIA FORZA, e non per dimostrare niente a nessuno se non a loro stessi.
9. Cosa cambieresti della tua pratica personale?
Nella mia pratica…aggiungerei un po’ di meditazione e soprattutto mi farei fare volentieri un trapianto di anche, facendomene mettere un paio un po’ più sciolte e meno doloranti.
10. Un messaggio per i tuoi compagni:
I miei compagni non hanno bisogno di messaggi, sono perfetti così come sono, quindi l’unica cosa che posso dir loro è: GRANDI RAGAZZI CONTINUATE TUTTI COSI’!