KARATE I.O.I.
Non ho sbagliato a scrivere Yoi, si tratta di un'altra cosa..
Il progetto delle interviste ai ragazzi e ragazze del Dojo mi ha portato a fare un'interessante analisi del Karate e di noi che lo pratichiamo.
Ma procediamo con ordine... le interviste sono state rivolte ai ragazzi che hanno iniziato a praticare Karate da piccoli e che adesso sono arrivati ad alti livelli: viene subito da pensare alla loro devozione e a quanto tempo hanno speso in allenamenti, stage e altro. Sopratutto viene naturale lodarli per la scelta di fare Karate e di portare avanti questo studio per tutto questo tempo, ma è veramente così?
Ecco il primo punto della mia sigla I.O.I.
I come INIZIO
Tutti noi che pratichiamo Karate non ci siamo mai fermati a pensare ad un argomento molto curioso che risponde a questa domanda:
Ho scelto di fare Karate?
Quasi sempre la risposta sarà: Sì, certo!
Ma se facciamo un'analisi oggettiva e approfondita scopriamo che non è così: nelle interviste per esempio è stato chiaramente riportato che alcuni dei giovani si sono avvicinati al Karate perché dovevano sostituire un corso sportivo che non frequentavano più, qualcuno ha iniziato su consiglio medico, qualcuno è stato direttamente segnato al corso dai genitori... per gli adulti è la stessa cosa: alcuni hanno iniziato per seguire un compagno, chi invece si è fatto coinvolgere guardando il figlio che già praticava... (io stesso non posso dire di aver scelto il Karate: volevo essere come Bruce Lee! E quando un amico mi disse che frequentava un corso di Karate io lo seguii; ma se avesse fatto Kung Fu o altro lo avrei seguito comunque perchè volevo fare arti marziali, senza sapere nemmeno cosa di preciso.
Quando ho iniziato ad insegnare, il mio amico (e adesso allenatore Gioch) mi seguì, e per amicizia si fece coinvolgere; ma mi avrebbe seguito lo stesso anche se avessi iniziato ad insegnare un'altra disciplina.
E' curioso pensare che quasi sempre non siamo noi a scegliere di fare Karate, ma è il Karate a scegliere noi.
Bene, abbiamo iniziato e scopriamo questo mondo... e adesso?
Secondo punto: O come OBIETTIVI
Ci poniamo subito degli obiettivi: sono tantissimi e sopratutto sono vari e in continuo aggiornamento: c'è chi pone più attenzione nella parte fisica, chi vuole sviluppare i calci, chi le leve e le proiezioni, chi vuole memorizzare i Kata e chi vuole scoprirne i segreti, chi desidera lavorare sulla respirazione, chi si impegna nello stretching, ci sono quelli che vogliono rinforzare il corpo, chi vuole essere veloce ed elastico, alcuni invece tendono a sviluppare le tecniche di combattimento... insomma decine di obiettivi che ha seconda del periodo vanno a sostituirsi l'uno con l'altro.
Questo è un processo normale ed è essenziale oltre che molto bello: vogliamo scoprire quello che stiamo facendo, e a seconda del periodo cerchiamo di sviluppare quello che ci coinvolge di più.
L'ultimo punto è I come INDIPENDENZA.
Questo è il punto più interessante: iniziamo a goderci tutto ciò che abbiamo imparato e che continuiamo a imparare: l'indipendenza finalmente ci fa capire PERCHE' FACCIAMO KARATE, e sopratutto perchè continuiamo a farlo: questa è la fase della sicurezza in cui oramai siamo forgiati nel carattere, nel corpo e nello spirito. A questo punto sappiamo perchè ci presentiamo a lezione ogni volta e cosa molto più importante in questa ultima fase siamo totalmente indipendenti e consapevoli, niente e nessuno potrà dirci cosa fare e quando farlo, oramai ci gestiamo da soli e nessuno potrà più fermarci.
Una domanda naturale è: quanto tempo ci vuole per ognuna di queste fasi? Dipende, ma una cosa è certa: sopratutto i veterani e i più esperti potranno divertirsi a pensare in quale fase si trovano e sopratutto farsi la domanda dalla quale scaturisce tutto: MA IO HO SCELTO VERAMENTE DI FARE KARATE?