Il Kata Gankaku
岩 鶴
Il nome originale di questo kata è Chinto: secondo la leggenda, Chinto era un marinaio cinese che naufragò sulle coste di Okinawa. Per sopravvivere, Chinto rubò alcune provviste della popolazione locale. Per questo il re di Okinawa mando il Maestro Matsumura Sokon a PUNIRE Chinto, ma in lui trovò un forte e valido avversario dal quale volle poi imparare alcune tecniche di combattimento riassunte appunto nel kata che porta ancora il suo nome. Leggende suggestive a parte, il kata in realtà proviene dagli stili delle scuole di Karate Tomari-te e Shuri-te, già praticati dal Maestro Matsumura Sokon. Quando il Maestro Funakoshi portà il karate in Giappone, cambiò il nome di questo kata da Chinto (che significa approssimativamente “combattere verso est”) a Gankaku che significa “Gru sulla roccia”, ne cambiò anche l’embusen (lo schema) rendendolo più lineare e simile ai kata del karate Shotokan. Le tecniche del kata sono comunque rimaste molto particolari, comprese alcune su una gamba, esattamente come una gru: in Cina la gru è simbolo di immortalità e di saggezza, viene raffigurata sempre assieme ad una roccia la quale simboleggia l’isola dell’immortalità che i cinesi hanno
cercato sin dall’epoca dell’imperatore giallo e che ritenevano essere l’isola del Ryukyu. Le coppie di gru erano simboli di fortuna. Il bunkai del kata Gankaku è pensato in particolare per un combattimento su una collina (così come i Tekki possono essere pensati su una diga o vicino a un muro). La tradizione vuole che il kata venga eseguito rivolto verso est.
Il nome originale di questo kata è Chinto: secondo la leggenda, Chinto era un marinaio cinese che naufragò sulle coste di Okinawa. Per sopravvivere, Chinto rubò alcune provviste della popolazione locale. Per questo il re di Okinawa mando il Maestro Matsumura Sokon a PUNIRE Chinto, ma in lui trovò un forte e valido avversario dal quale volle poi imparare alcune tecniche di combattimento riassunte appunto nel kata che porta ancora il suo nome. Leggende suggestive a parte, il kata in realtà proviene dagli stili delle scuole di Karate Tomari-te e Shuri-te, già praticati dal Maestro Matsumura Sokon. Quando il Maestro Funakoshi portà il karate in Giappone, cambiò il nome di questo kata da Chinto (che significa approssimativamente “combattere verso est”) a Gankaku che significa “Gru sulla roccia”, ne cambiò anche l’embusen (lo schema) rendendolo più lineare e simile ai kata del karate Shotokan. Le tecniche del kata sono comunque rimaste molto particolari, comprese alcune su una gamba, esattamente come una gru: in Cina la gru è simbolo di immortalità e di saggezza, viene raffigurata sempre assieme ad una roccia la quale simboleggia l’isola dell’immortalità che i cinesi hanno
cercato sin dall’epoca dell’imperatore giallo e che ritenevano essere l’isola del Ryukyu. Le coppie di gru erano simboli di fortuna. Il bunkai del kata Gankaku è pensato in particolare per un combattimento su una collina (così come i Tekki possono essere pensati su una diga o vicino a un muro). La tradizione vuole che il kata venga eseguito rivolto verso est.