Il Kata Meikyo
明 鏡
Il nome di questo kata è composto da due Kanji che significano “Specchio” e “Lucente” quindi la traduzione letterale non ha bisogno di altre spiegazioni. E’ probabile che il kata si chiami così per via delle tecniche di apertura in cui i palmi delle mani passano davanti al viso, proprio come se tenessero uno specchio. Lo specchio è un oggetto sacro per molte popolazioni; in Giappone esiste uno specchio sacro (Yata no Kagami) considerato un tesoro nazionale, nessuno può vederlo tranne l’imperatore e pochissimi monaci shintoisti. Questo specchio è considerato lo specchio della Dea Amaterasu; il kata Meikyo affonda le radici nella forma antica Rohai che a sua volta proviene da una danza dei monaci Shintoisti in favore della dea Amaterasu, dea del Sole e creatrice delle isole giapponesi. La forma antica proviene probabilmente dal Maestro Matsumura, il Maestro Itosu ha poi creato Rohai, Rohai Nidan e Rohai Sandan: Meikyo è il riassunto di queste tre forme
Il nome di questo kata è composto da due Kanji che significano “Specchio” e “Lucente” quindi la traduzione letterale non ha bisogno di altre spiegazioni. E’ probabile che il kata si chiami così per via delle tecniche di apertura in cui i palmi delle mani passano davanti al viso, proprio come se tenessero uno specchio. Lo specchio è un oggetto sacro per molte popolazioni; in Giappone esiste uno specchio sacro (Yata no Kagami) considerato un tesoro nazionale, nessuno può vederlo tranne l’imperatore e pochissimi monaci shintoisti. Questo specchio è considerato lo specchio della Dea Amaterasu; il kata Meikyo affonda le radici nella forma antica Rohai che a sua volta proviene da una danza dei monaci Shintoisti in favore della dea Amaterasu, dea del Sole e creatrice delle isole giapponesi. La forma antica proviene probabilmente dal Maestro Matsumura, il Maestro Itosu ha poi creato Rohai, Rohai Nidan e Rohai Sandan: Meikyo è il riassunto di queste tre forme