SEIZA
"Il dolore è inevitabile. La sofferenza è facoltativa."
In genere, chi pratica Arti Marziali si scontra con un terribile nemico: SEIZA.
Scriviamo questo articolo per aiutare tutti quelli che, come noi, hanno deciso di intraprendere una battaglia personale contro Seiza, anche se sanno che ne usciranno terribilmente doloranti.
Prima di tutto, cosa significa Seiza?
Letteralmente il significato in giapponese è “sedersi correttamente”. Ovviamente non si tratta di sedersi su una sedia: Seiza è la tradizionale seduta giapponese sulle ginocchia e viene fatta direttamente sul pavimento. Non è usata solo nelle arti marziali: Seiza infatti è fondamentale anche in altre arti giapponesi come la Cerimonia del tè, l'Ikebana (creazione di composizioni floreali) o lo Shodo (arte della calligrafia), senza contare che durante alcune rappresentazioni del Teatro Kabuki alcuni spettatori hanno l'obbligo di stare in Seiza; è quindi ovvio che Seiza è usato soprattutto durante cerimonie ed eventi legati alla tradizione.
Il duro pavimento non è il luogo dove è nato Seiza: questa postura infatti è nata in Giappone durante il periodo Muromachi (1336-1573), quando i pavimenti degli edifici erano completamente ricoperti con tatami secondo le “regole architettoniche” dell'epoca. L'uso di questa posizione però è durato nei secoli, e solo a partire dagli ultimi anni possiamo incontrare giapponesi che non sono abituati a sedere Seiza.
Scriviamo questo articolo per aiutare tutti quelli che, come noi, hanno deciso di intraprendere una battaglia personale contro Seiza, anche se sanno che ne usciranno terribilmente doloranti.
Prima di tutto, cosa significa Seiza?
Letteralmente il significato in giapponese è “sedersi correttamente”. Ovviamente non si tratta di sedersi su una sedia: Seiza è la tradizionale seduta giapponese sulle ginocchia e viene fatta direttamente sul pavimento. Non è usata solo nelle arti marziali: Seiza infatti è fondamentale anche in altre arti giapponesi come la Cerimonia del tè, l'Ikebana (creazione di composizioni floreali) o lo Shodo (arte della calligrafia), senza contare che durante alcune rappresentazioni del Teatro Kabuki alcuni spettatori hanno l'obbligo di stare in Seiza; è quindi ovvio che Seiza è usato soprattutto durante cerimonie ed eventi legati alla tradizione.
Il duro pavimento non è il luogo dove è nato Seiza: questa postura infatti è nata in Giappone durante il periodo Muromachi (1336-1573), quando i pavimenti degli edifici erano completamente ricoperti con tatami secondo le “regole architettoniche” dell'epoca. L'uso di questa posizione però è durato nei secoli, e solo a partire dagli ultimi anni possiamo incontrare giapponesi che non sono abituati a sedere Seiza.
Come è un corretto Seiza?
La procedura esatta per posizionarsi Seiza verrà descritta più avanti. Per 'sedersi correttamente' è necessario essere in ginocchio sul pavimento, gambe piegate, con i glutei sui talloni. Le caviglie dovrebbero leggermente ruotare verso l'esterno in modo che il dorso dei piedi sia del tutto schiacciato a terra sotto il peso del corpo, formando una specie di V.
Gli alluci in genere sono sovrapposti.
La posizione delle mani dipende molto dalla situazione: possono essere in grembo, possono essere con i palmi appoggiati sulla parte alta delle cosce (NON con le dita spalancate) oppure possono essere chiuse a pugno sul pavimento vicino alle anche, con le nocche direttamente a terra.
La schiena deve essere ben diritta ma non deve essere rigida.
Le donne tengono le gambe unite, gli uomini possono tenere al massimo la distanza di un pugno tra le due ginocchia. In alcune arti
marziali è concessa la distanza massima di due pugni.
La testa e il collo sono eretti ma non rigidi: Seiza deve (dovrebbe) essere una posizione rilassante ma ordinata e composta.
Il mento deve essere ripiegato un po' in dentro, in modo che, se vista di lato, la parte superiore della testa sia perpendicolare con i lobi dell'orecchio, con le spalle ed il centro del corpo. La parte anteriore, deve assumere una posizione tale da far sì che la testa, il naso, il pomo di Adamo, l'ombelico, il seika tanden o hara (il punto dove è concentrato il Ki) si trovino disposti su un'unica linea verticale. Le ascelle sono un po' divaricate come se avessero uno spessore sotto di loro.
Nelle Arti Marziali è molto importante la posizione degli occhi che deve essere dritta, come se fissassero un punto posto qualche metro avanti a loro. In questo modo è possibile vedere anche lateralmente e contrastare ogni eventuale attacco, senza dover necessariamente fissare lo sguardo verso il lato da dove ha origine l'offensiva.
La procedura esatta per posizionarsi Seiza verrà descritta più avanti. Per 'sedersi correttamente' è necessario essere in ginocchio sul pavimento, gambe piegate, con i glutei sui talloni. Le caviglie dovrebbero leggermente ruotare verso l'esterno in modo che il dorso dei piedi sia del tutto schiacciato a terra sotto il peso del corpo, formando una specie di V.
Gli alluci in genere sono sovrapposti.
La posizione delle mani dipende molto dalla situazione: possono essere in grembo, possono essere con i palmi appoggiati sulla parte alta delle cosce (NON con le dita spalancate) oppure possono essere chiuse a pugno sul pavimento vicino alle anche, con le nocche direttamente a terra.
La schiena deve essere ben diritta ma non deve essere rigida.
Le donne tengono le gambe unite, gli uomini possono tenere al massimo la distanza di un pugno tra le due ginocchia. In alcune arti
marziali è concessa la distanza massima di due pugni.
La testa e il collo sono eretti ma non rigidi: Seiza deve (dovrebbe) essere una posizione rilassante ma ordinata e composta.
Il mento deve essere ripiegato un po' in dentro, in modo che, se vista di lato, la parte superiore della testa sia perpendicolare con i lobi dell'orecchio, con le spalle ed il centro del corpo. La parte anteriore, deve assumere una posizione tale da far sì che la testa, il naso, il pomo di Adamo, l'ombelico, il seika tanden o hara (il punto dove è concentrato il Ki) si trovino disposti su un'unica linea verticale. Le ascelle sono un po' divaricate come se avessero uno spessore sotto di loro.
Nelle Arti Marziali è molto importante la posizione degli occhi che deve essere dritta, come se fissassero un punto posto qualche metro avanti a loro. In questo modo è possibile vedere anche lateralmente e contrastare ogni eventuale attacco, senza dover necessariamente fissare lo sguardo verso il lato da dove ha origine l'offensiva.
Quale è la giusta procedura per posizionarsi e per rialzarsi da Seiza?
Da posizione eretta dobbiamo portare a terra prima la gamba sinistra fino a che SOLO le dita del piede e il ginocchio siano a contatto con il pavimento (o con il tatami se siamo fortunati). Poi procediamo allo stesso modo per la gamba destra. E’ importante mantenere a terra solo le dita dei piedi per mantenere stabilità ed equilibrio e per essere pronti a rialzarsi o eseguire tecniche improvvise.
Dopo aver portato a terra anche la gamba destra possiamo appoggiare il peso del corpo; questa posizione non è ancora Seiza: il nome corretto è Kiza e si distingue perché i piedi toccano il pavimento SOLO con le dita invece di essere completamente stesi a terra. Non si tratta di un passaggio, ma è una vera e propria posizione usata in molte arti marziali (tra cui lo Iaido) perché permette si mantenere un atteggiamento vigile.
Dalla posizione di Kiza si passa poi lentamente, utilizzando i muscoli delle cosce, in Seiza.
Da posizione eretta dobbiamo portare a terra prima la gamba sinistra fino a che SOLO le dita del piede e il ginocchio siano a contatto con il pavimento (o con il tatami se siamo fortunati). Poi procediamo allo stesso modo per la gamba destra. E’ importante mantenere a terra solo le dita dei piedi per mantenere stabilità ed equilibrio e per essere pronti a rialzarsi o eseguire tecniche improvvise.
Dopo aver portato a terra anche la gamba destra possiamo appoggiare il peso del corpo; questa posizione non è ancora Seiza: il nome corretto è Kiza e si distingue perché i piedi toccano il pavimento SOLO con le dita invece di essere completamente stesi a terra. Non si tratta di un passaggio, ma è una vera e propria posizione usata in molte arti marziali (tra cui lo Iaido) perché permette si mantenere un atteggiamento vigile.
Dalla posizione di Kiza si passa poi lentamente, utilizzando i muscoli delle cosce, in Seiza.
I movimenti da fare per rialzarsi da Seiza sono: tornare in kiza, dopodiché staccare dal tatami il ginocchio destro e portare il piede destro accanto al ginocchio sinistro. Da questa posizione, utilizzando i muscoli della coscia, si solleva il corpo fino a giungere in posizione eretta e si affianca il piede sinistro al destro.
Seiza fa male. Come faccio?
Il dolore che sentiamo nel rialzarci non dovrebbe essere manifestato. Il sangue ricomincerà a circolare, le caviglie faranno male e le ginocchia sembreranno abbandonarci… nonostante questo è necessario mantenere contegno e compostezza, senza agitare le gambe come dopo una maratona, senza massaggiarsi come degli ossessi. Non si dovrebbe manifestare alcuna debolezza, nessuno spiraglio per l’avversario che potremmo avere di fronte.
Purtroppo c’è poco da fare. All’inizio Seiza fa male, e nel tempo migliora solo la sopportazione del dolore. Fare Seiza in modo corretto aiuta a non nuocere alle caviglie o alle ginocchia, ma il formicolìo, l’insensibilità e il dolore fanno parte di questa posizione. Come sempre, l’allenamento e la perseveranza sono ottimi metodi per migliorare. Un ottimo consiglio, sicuramente già dato nel Dojo dal Maestro, è di allenarsi il più possibile per riuscire a resistere anche pochi secondi in più per volta. La cosa essenziale è non mentire a se stessi: è inutile tenere una posizione scorretta ma più rilassante, inutile barare o cercare scorciatoie comode sulla strada per migliorare la pratica.
Il Seiza provoca dolore nella maggior parte delle persone. Questo è un dato di fatto. Ma da buoni praticanti ormai sappiamo che “il dolore è inevitabile, la sofferenza è facoltativa”.
Seiza fa male. Come faccio?
Il dolore che sentiamo nel rialzarci non dovrebbe essere manifestato. Il sangue ricomincerà a circolare, le caviglie faranno male e le ginocchia sembreranno abbandonarci… nonostante questo è necessario mantenere contegno e compostezza, senza agitare le gambe come dopo una maratona, senza massaggiarsi come degli ossessi. Non si dovrebbe manifestare alcuna debolezza, nessuno spiraglio per l’avversario che potremmo avere di fronte.
Purtroppo c’è poco da fare. All’inizio Seiza fa male, e nel tempo migliora solo la sopportazione del dolore. Fare Seiza in modo corretto aiuta a non nuocere alle caviglie o alle ginocchia, ma il formicolìo, l’insensibilità e il dolore fanno parte di questa posizione. Come sempre, l’allenamento e la perseveranza sono ottimi metodi per migliorare. Un ottimo consiglio, sicuramente già dato nel Dojo dal Maestro, è di allenarsi il più possibile per riuscire a resistere anche pochi secondi in più per volta. La cosa essenziale è non mentire a se stessi: è inutile tenere una posizione scorretta ma più rilassante, inutile barare o cercare scorciatoie comode sulla strada per migliorare la pratica.
Il Seiza provoca dolore nella maggior parte delle persone. Questo è un dato di fatto. Ma da buoni praticanti ormai sappiamo che “il dolore è inevitabile, la sofferenza è facoltativa”.